Il giorno 24 giugno alle Terme di Levico, si è tenuto il vernissage della mostra Affinità elettive, promossa dalla Scuderia Trentina in collaborazione con la Fondazione Trentina per l’Autismo e la Direttrice di Boccanera Gallery Trento/Milano, Giorgia Lucchi Boccanera. L’esposizione, visitabile fino al 2 settembre, tratta opere realizzate dal laboratorio artistico dei ragazzi di Casa “Sebastiano” (Coredo, Val di Non, Trento), precisamente 15 giovani affetti da disturbo dello spettro autistico, insieme a due artisti della scuderia Boccanera, Cristian Avram e Andrea Fontanari. Tutte le opere sono inedite e sono l’espressione di un esserci che riguarda tutti.

Inaugurazione della mostra: 24 giugno 2023, Terme di Levico

 

Diversità e unicità tra l’autismo e il suo spettro

Oggigiorno non si fa che parlare della diversità e dell’unicità: questi estremi, diametralmente opposti non sono altro che le facce della stessa medaglia. Da questo punto di vista, l’autismo e il suo spettro, ampio e quasi infinito, denuncia quanto la parcellizzazione renda uniche le persone con autismo, decisamente in controtendenza con l’attuale società che ci vorrebbe tutti uguali e omologati per poter trasformarci definitivamente in utenti totali.

Nell’autismo invece il rapporto tra diversità e unicità è molto embricato e lo si vede anche da espressioni artistiche come la pittura: ogni opera è in sé definitiva, racconta tutto dell’autore, di come coglie la realtà, la elabora e la dipinge.

Molto probabilmente abbiamo sentito qualche volta nominare l’Art brut (letteralmente, Arte grezza, tradotto anche come “arte spontanea”) inventata nel 1945 dal pittore francese Jean Dubuffet per indicare le produzioni artistiche realizzate da non professionisti o pazienti dell’ospedale psichiatrico. Proprio per operare una distinzione dal filone dell’Art brut, Guido Oldani, poeta e fondatore nel 2010 del Realismo Terminale e nel 2014 del suo Movimento, ha definito questa caratteristica pittorica delle persone con autismo “indipendentismo”, svincolandola da ogni forma di condizionamento che potrebbe modificare la finalità percettiva dei ragazzi autistici.

Opere dei ragazzi di Casa “Sebastiano”

Urbano troppo urbano: il Realismo Terminale di Guido Oldani e gli indipendentisti

Il laboratorio artistico nasce a Casa “Sebastiano” nel 2018 sotto la regia dell’educatrice Serena Bello che, supportata dall’equipe, ha sviluppato un lungo percorso esperienziale artistico con i ragazzi autistici. Le opere sono frutto di rielaborazioni di immagini o spontanee, scelte dai ragazzi stessi, seguendo talvolta un modello di riferimento. Il tratto, i colori, le prospettive, i titoli sono del tutto originali.

Da circa due anni l’attività si sta sperimentando nella logica del Realismo Terminale (RT), poetica dominante del terzo millennio (Giuseppe Langella) inventata appunto dal poeta Guido Oldani, candidato al Nobel per la letteratura 2021, frequentatore e amico di Casa “Sebastiano”.

Ospitato all’interno del palinsesto della mostra Affinità elettive, il 10 luglio scorso presso la sala espositiva delle Terme di Levico, il maestro Oldani ha tenuto una lectio magistralis sul Realismo Terminale e gli Indipendentisti, mettendo in relazione le opere collettive esposte con il RT. È stato un momento artisticamente importante anche per la partecipazione dell’attore Gilberto Colla che da circa un anno sta conducendo un laboratorio di teatro sperimentale con i ragazzi di Casa “Sebastiano” dando lettura ad alcune poesie del maestro, contenute nel volume “Il cielo di lardo”, edito U. Mursia Editore. È bello ricordare che il progetto teatrale DUELUGLIO – Disturbi di scena è frutto della donazione di una coppia di sposi trentini, sostenitori e amici della Fondazione Trentina per l’Autismo e di Casa “Sebastiano”.

Intervento di Guido Oldani con Gilberto Colla: 10 luglio 2023, Terme di Levico

In sostanza il Realismo Terminale dimostra che la natura nel terzo millennio si sta artificializzando al punto da diventare sempre più simile agli oggetti. Questo costrutto incontra l’autismo a partire dalla percezione neuro visiva del bambino autistico che fin dai primi giorni di vita, percepisce il volto umano, non tanto come composizione di elementi umani (naso, orecchie, occhi), bensì come oggetto. Inoltre il pensiero è primariamente visivo, si dice appunto: pensare per immagini. La similitudine rovesciata della poetica del Realismo Terminale, capovolge il rapporto identitario tra natura e natura (ha gli occhi azzurri come il cielo), trasformandolo in natura ed oggetto (è magro come un attaccapanni).

La varietà infinita degli oggetti o artefatti, ben si adatta alla percezione della realtà come complementi d’oggetto delle persone con autismo, che con il loro modo “letterale” o iconografico di definizione del mondo, rendono evidente come una cartina tornasole, il tramonto della natura a favore dell’insorgere dell’accatastamento degli oggetti. Per concludere, la categoria dell’accatastamento non riguarda solo gli oggetti (pensiamo a quante paia di scarpe possediamo!), ma anche e soprattutto le popolazioni del pianeta, che da circa vent’anni hanno ribaltato la proporzione, superando nelle metropoli, il numero di abitanti rispetto alle campagne, trasformando così la realtà in “urbana troppo urbana”, parafrasando Friedrich Nietzsche.

“Il volto come un armadio pieno di cose”: la percezione visiva del bambino con autismo

Esattamente un mese dopo il vernissage, il 24 luglio alle ore 11.00, la mostra Affinità elettive ospiterà la direttrice socio sanitaria di Casa “Sebastiano”, dott.ssa Annachiara Marangoni in dialogo con la dott.ssa Gabriela Scavuzzo, neuropsicomotricista che da anni collabora con l’Ente Terme di Levico (TN). Il tema verterà sulla condizione dell’autismo in Italia e nel mondo, fornendo qualche dato sulla epidemiologia e sulle nuove frontiere della ricerca. Peraltro la dottoressa Marangoni, esponente del Movimento del Realismo Terminale, condividerà una recente pubblicazione sulla rivista letteraria Noria, dal titolo: Autismo e realismo terminale. Ci illustrerà nel dettaglio proprio quella particolare qualità della visione che nei bambini con autismo porta a percepire nel volto umano degli oggetti, invece che parti costitutive umane (occhi, bocca, ciglia) e quindi in grado di trasferire significati emotivi ed affettivi. Una delle ipotesi delle difficoltà nella dimensione sociale e relazionale tipica delle persone autistiche, potrebbe essere appunto questa.

Intervento della direttrice socio-sanitaria Annachiara Marangoni con la dott.ssa Gabriela Scavuzzo: 24 luglio 2023, Terme di Levico

Direttrice Socio Sanitaria
Dott.ssa Annachiara Marangoni
(Poetessa Realista Terminale)