Un’alimentazione consapevole
L’alimentazione gioca un ruolo chiave nella vita di tutti, ma per le persone nello spettro autistico può fare davvero la differenza. Per capire meglio questo legame, Cristiano Gallonetto, un ragazzo che frequenta Casa “Sebastiano” da circa un anno e mezzo, ha intervistato il Dottor Pizzinini, specialista in scienza dell’alimentazione e in diabetologia. Da anni, il Dottore è un punto di riferimento per il centro, aiuta a creare menù equilibrati e fornisce supporto personalizzato ai ragazzi. In questa intervista, condivide consigli pratici e riflessioni su come il cibo possa influenzare il benessere quotidiano.
Lei chi è e quando è nata la sua passione per l’alimentazione?
Io sono medico e sono specializzato in scienza dell’alimentazione. La mia passione è nata quando ero ancora un bambino, in quanto mio padre aveva un’azienda che produceva succhi di frutta e quindi tutte le estati le passavo assieme a mio padre nella fabbrica. Ogni giorno arrivavano camion di frutta: mele, pesche, ecc. ed era affascinante assistere a questo processo di trasformazione: da una parte entrava la frutta dall’altra parte del macchinario, dopo 2 minuti, usciva il suco imbottigliato. Da allora mi sono sempre dedicato con curiosità all’alimentazione. Quando studiavo medicina avevo fatto l’esame in scienze dell’alimentazione, poi una volta completato lo studio di medicina avevo conseguito la specialità in scienza dell’alimentazione. Successivamente mi sono specializzato anche in diabetologia, proprio perché c’è molta attinenza tra l’alimentazione e la prevenzione e la cura del diabete e dell’obesità.
Adesso collabora con a Casa “Sebastiano”, centro per l’autismo e volevo sapere quando e come è nata la vostra collaborazione?
La collaborazione è nata parecchi anni fa quando Giovanni Coletti che è il fondatore di Casa “Sebastiano”, mi aveva chiesto un supporto, una consulenza, per alcuni problemi relativi alle figlie, e quando è nata casa “Sebastiano”, aveva insistito perché collaborassi con loro per impostare menu corretti per i ragazzi. Sono stati fatti anche corsi di formazione per i professionisti che lavorano qui a Casa “Sebastiano”, un po’ alla volta sono diventato il punto di riferimento, dal punto di vista dell’alimentazione, per Casa “Sebastiano”.
C’è una correlazione tra l’autismo e l’alimentazione? E se sì, quali sono le evidenze scientifiche più importanti?
L’alimentazione nel corso degli ultimi 40-50 anni è cambiata, probabilmente soprattutto in termini di conservazione degli alimenti, piuttosto che della loro produzione. Da anni c’è il sospetto, che il glutine e le proteine del latte siano proteine che possono essere fattori di rischio per l’autismo. Probabilmente non ne sono la causa diretta ma ci sono dei bambini che effettivamente eliminando il glutine e le proteine del latte hanno una risposta positiva, direi significativa, in altri casi invece pur togliendo queste due protein,e importanti dall’alimentazione quotidiana, la risposta è stata estremamente modesta, se non addirittura nulla.
Secondo lei il glutine e la caseina possono avere un effetto negativo su un ragazzo autistico?
Probabilmente sì. Circa il 70 % dei bambini autistici hanno problemi intestinali quindi quando consumiamo alimenti contenenti glutine o proteine del latte, in un contesto in cui la mucosa dell’apparato digerente è infiammata, allora il glutine e la caseina, possono superare la barriera dell’intestino, vanno in circolo e possono produrre la gluteomorfina e la caseomorfina. Queste sono sostanze che simulano l’azione della morfina e possono avere delle influenze sia a livello del sistema nervoso centrale ma possono anche interferire a livello di attività dell’apparato digerente. E’ noto che i morfinogeni paralizzano l’attività dell’intestino come succede ad esempio nelle anestesie sull’apparato digerente, ecco perchè caseomorfina e gluteomorfina, nei ragazzi autistici, possono indurre stitichezza. Si è ipotizzato che questo stato infiammatorio dell’apparato digerente possa influenzare lo sviluppo del sistema nervoso centrale quando, nei primi anni dita, i neuroni sono chiamati a stabile un enorme numero di connessioni tra di loro. Successivamente queste connessioni sono tagliate e si parla di un processo di “potatura”. Talvolta questa “potatura” nei ragazzi autistici, viene eseguita in maniera” errata” e ciò può portare alle multiple manifestazioni dell’autismo.
So che lei con le cuoche di Casa “Sebastiano”, avete scritto il menù. Con che criteri si è basato per strutturare la sua scelta?
I criteri che ispirano il menù di Casa “Sebastiano”, sono dei criteri che valgono un po’ per tutte le persone sane. Quindi ho cercato di far rispettare una certa distribuzione del cibo nel corso della giornata. Il pasto più importante dal punto di vista della salute è sempre la cena, quindi dico anche ai miei pazienti che possono sbagliare il mattino perché l’organismo compensa. Dobbiamo fare un pranzo adeguato dal punto di vista energetico, perché un buon primo piatto a pranzo mi permette di introdurre una adeguata quantità di energia e consiglio sempre di assumere, anche a pranzo, un “piccolo secondo”: un uovo, del prosciutto i legumi, ecc. perché i ragazzi come voi hanno bisogno, di una quota maggiore di proteine rispetto a un adulto perché siete ancora in una fase di crescita. Il piatto principale, dal punto di vista proteico, lo metto alla sera a cena, accompagnato da una quota di carboidrati inferiore rispetto a quella di pranzo, perché di notte che avvengono tutti i processi costruttivi. È di notte che i bambini crescono, perché l’ormone della crescita viene prodotto una mezz’ora dopo l’addormentamento. Se una persona si allena durante il giorno, allora è di notte che i muscoli vengono rinforzati, riparati e accresciuti. Alla sera non possiamo mangiare troppo perché è di notte che noi produciamo il colesterolo ed è di notte che ingrassiamo, quindi è la cena il pasto che, da un punto di vista metabolico, è forse il “più importante.
Che consigli darebbe lei a una famiglia con un ragazzo autistico se deve seguire una determinata alimentazione?
Inevitabilmente la famiglia deve seguire l’alimentazione che abbiamo proposto al ragazzo perché non possiamo fare delle differenze in casa. Sono diete che garantiscono il benessere per qualsiasi persona, giovane o anziana che sia, per cui sono delle raccomandazioni che vanno bene per tutti, che riguardano sia la distribuzione del cibo nel corso della giornata che la quantità di proteine, carboidrati e grassi. Secondo me è importante mantenere le proteine di origine animale quotidianamente, in particolar modo a cena, perché le proteine di origine vegetale a volte risultano incomplete e talvolta non garantiscono un apporto proteico equilibrato. Ma parlando di un ragazzo autistico o della famiglia del ragazzo autistico, direi che non ci sono differenze rispetto a quello che dovrebbero fare tutti per mantenersi in salute.
La ringrazio per il suo tempo e la sua disponibilità, l’intervista è finita e grazie anche per le risposte.
Grazie a te, grazie per l’invito.
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